originalità e artigianalità

 

 

I prodotti di Spera Experience sono realizzati in Italia con il preciso obiettivo di mantenere un elevato controllo di qualità sui materiali e sui semilavorati con lo scopo di fornire un prodotto che rispecchi al massimo possibile le caratteristiche dichiarate e lo faccia su tutti i pezzi prodotti.

Per questo i diffusori, vengono forniti con le risposte in frequenza e di impedenza misurate sul singolo esemplare e rapportate con le risposte di riferimento entro tolleranze molto strette, un servizio questo che è fornito da ben pochi costruttori.

L’assemblaggio finale e tutte le verifiche vengono fatte personalmente da Roberto Spera con la cura e la passione che l’artigianalità di alto livello merita e che occorre necessariamente per offrire sempre un prodotto di qualità.

originalità e artigianalità

 

 

I prodotti di Spera Experience sono realizzati in Italia con il preciso obiettivo di mantenere un elevato controllo di qualità sui materiali e sui semilavorati con lo scopo di fornire un prodotto che rispecchi al massimo possibile le caratteristiche dichiarate e lo faccia su tutti i pezzi prodotti.

Per questo i diffusori, vengono forniti con le risposte in frequenza e di impedenza misurate sul singolo esemplare e rapportate con le risposte di riferimento entro tolleranze molto strette, un servizio questo che è fornito da ben pochi costruttori.

L’assemblaggio finale e tutte le verifiche vengono fatte personalmente da Roberto Spera con la cura e la passione che l’artigianalità di alto livello merita e che occorre necessariamente per offrire sempre un prodotto di qualità.

La proposta spera Experience

 

 

La Spera Experience non è una realtà industriale i cui prodotti potete trovare nei negozi, la nostra è una proposta artigianale che si distingue come tipologie di proposte dalla maggioranza dei prodotti similari. Quello che propongo all’appassionato è la mia visione dell’ascolto, è un modo di ascoltare la musica in cui l’equilibrio tra le varie componenti è l’obiettivo primario da raggiungere.

Nella mia vita di appassionato ho ascoltato moltissimi impianti e componenti, alcuni con caratteristiche eccezionali su alcuni parametri ma alla fine rimaneva sempre qualche delusione, all’inizio non riuscivo a capire che cosa fosse, ma poi è emerso che ciò che appaga l’ascolto è l’equilibrio generale. Un impianto per appagare e dare piacere nell’ascolto deve avere contemporaneamente tutti i parametri ad un livello molto alto senza che alcuno prenda il sopravvento sugli altri.

Ovviamente non essendo nei negozi abbiamo allestito uno showroom dedicato esclusivamente all’ascolto dei nostri prodotti dove siete i benvenuti e dove su appuntamento è anche possibile ascoltare il proprio amplificatore (magari valvolare) collegato ai nostri diffusori etc.

Un ambiente trattato e controllato in cui ogni particolarità del suono sarà evidente, in modo da poter giudicare con cognizione di causa e rendersi conto della validità della nostra proposta, che ovviamente può piacere o meno ma credo della quale non si possa dire che non sia di qualità.

Qualcuno si chiederà quanto costa questa qualità? La nostra filosofia commerciale non si basa come fa qualcuno su prezzi gonfiati per poi praticare sconti importanti per apparire generosi, ma si basa sull’assunto che proprio perché non siamo nei negozi e quindi vendiamo direttamente i nostri prezzi sono più convenienti. Essi sono il risultato del costo dei materiali e relative lavorazioni e il giusto ricarico per il produttore (cioè chi vi scrive), siamo cioè ad un risparmio approssimativo del 40/50 % rispetto agli stessi prodotti se si trovassero sullo scaffale di un negozio.

Ovviamente i nostri prodotti sono di qualità, e fatti su ordinazione, quindi i nostri prezzi non possono essere da vendita on-line per capirci e non sono previsti sconti. Mi rendo conto che in un mondo come quello di oggi questo atteggiamento può sembrare superato, ma vogliamo applicare una politica commerciale chiara e trasparente, in cui cerchiamo di tenere il prezzo il più possibile basso senza abbassare la qualità dei nostri prodotti.

Delirium - Retro

RIPRODUZIONE DEI SUONI IN AMBIENTE

 

 

Si puntualizza che per non appesantire troppo il tema di seguito riporto soltanto alcune indicazioni di massima, chi vorrà potrà approfondire direttamente con il sottoscritto gli specifici argomenti.
Questa è una materia terribilmente complessa quando si ricerca la massima qualità, già, ma come si fa a stabilire e quantificare la qualità di un suono e del sistema che lo riproduce?

Ricerca della massima qualità

Quello che possiamo cercare di fare è riprodurre il segnale inciso nel supporto (compact disc, vinile, musica liquida etc..) nel modo più fedele possibile.

A noi interessa che il nostro sistema di riproduzione lo riproduca nel modo più fedele possibile, o meglio, che al nostro orecchio arrivi il suono più fedele possibile della registrazione.

E qui si apre un mondo!!

Bisogna capire che prima che il suono arrivi alle nostre orecchie dobbiamo fare i conti con molti effetti di fisica, acustica ed elettroacustica (e sono soltanto le più importanti).

Attenzione, non voglio spaventare nessuno, ma finche’ non si entra in quest’ottica non sarà possibile comprendere certe mie scelte progettuali invece che altre.

Per cercare di farmi capire meglio vi invito a fare un semplice esperimento che quasi chiunque può fare a casa sua, basta avere un impianto stereo e una cuffia. Sicuramente vi sarete resi conto della differenza molto grande che esiste all’ascolto tra i diffusori posizionati nell’ambiente e la cuffia.

Tralasciando per un momento gli altri aspetti della riproduzione (comunque importanti) ma concentrandosi sui dettagli dei riverberi ambientali e sulle armoniche degli strumenti è facile rendersi conto di quanto spesso siano diversi.

Questo accade per due ordini di motivi principali: il primo motivo riguarda la tecnologia del sistema di trasduzione, il secondo è la modalità di emissione in ambiente del diffusore e l’ambiente stesso.

L'importanza dell'ambiente di riproduzione

L’elemento che più di tutti influenza il risultato finale è, e non solo a detta del sottoscritto, il rapporto che si crea tra il trasduttore più critico in un sistema di riproduzione (ovvero il diffusore) e l’ambiente nel quale esso opera.

Non soltanto è importantissimo come il diffusore viene progettato e realizzato ma la sua progettazione dovrebbe prevedere come la sua emissione reagirà con l’ambiente e quali interventi si dovranno poi mettere in campo perché l’ambiente influenzi il meno possibile l’emissione del diffusore (che dovrà rispecchiare come già detto il più fedelmente possibile il segnale inviato ai suoi morsetti).

La mia esperienza mi porta a dire che se vogliamo ottenere il massimo delle prestazioni da qualunque impianto (anche economico) il trattamento acustico dell’ambiente di ascolto è fondamentale.

Infatti è evidente che se sovrapponiamo le riflessioni della registrazione alle riflessioni dell’ambiente il risultato non può che essere o deludente o accettabile ma comunque non sarà il massimo ottenibile da quel sistema in quell’ambiente.

Qualcuno dirà che annullare le riflessioni dell’ambiente equivale a realizzare una camera anecoica, ovviamente non è questo che bisogna fare, ma decenni di esperienze di molti esperti di audio ed acustica degli ambienti mi portano a dire che quello che l’obiettivo è annullare o diminuire di molto l’effetto deleterio delle prime riflessioni ambientali che creando di fatto delle sorgenti virtuali entro pochi millisecondi si mescolano al suono diretto “sporcandolo” ( ricordate questo termine ? ) spesso in modo non correggibile con altri metodi se non con un corretto trattamento dell’ambiente.

Vi sarete resi conto che in commercio esistono molti elementi che si vantano di correggere efficacemente e con una spesa relativa l’ambiente, purtroppo vi devo dire che realizzare un ambiente di ascolto veramente efficace è una specie di arte che in pochi sanno padroneggiare, infatti come si può vedere dalle foto lo showroom di Spera Experience è piuttosto particolare da questo punto di vista.

Un altro elemento molto importante è sicuramente il rapporto tra l’amplificatore e il diffusore, anche se come specificato nel paragrafo dedicato (tecnica diffusori) non è sempre detto che sia l’ampli a doversi adattare al diffusore ma a volte è vero il contrario.

Quindi in concreto bisogna prima ricercare quali sono gli elementi mascheranti del suono e poi applicare le contromisure esistenti ed applicabili. Per riassumere si potrebbe dire che una volta progettato e realizzato il diffusore, si dovrà trattare adeguatamente l’ambiente e ricercare l’amplificatore più adatto anche e soprattutto come sinergia elettrica.

Abbiamo quindi accennato a quelli che secondo me sono i tre elementi più importanti e rilevanti per sperare di avere un suono di alta qualità.

Altri effetti mascheranti

Il passo successivo riguarda la miriade degli altri elementi mascheranti che qui sarebbe troppo lungo elencare tutti ma che chi vorrà potrà approfondire con il sottoscritto.

Mi sembra comunque doveroso parlare almeno del più importante che è la lotta alle vibrazioni. Tale argomento è trasversale nel mondo dell’audio, infatti tocca tutte le apparecchiature destinate alla riproduzione sonora.

Come è facile intuire maggiore è l’intensità della vibrazione e maggiore sarà il suo effetto deleterio, di conseguenza si può capire perché io abbia dedicato molte energie anche progettuali nel cercare di diminuire le vibrazioni nei diffusori, che ne generano molte a causa del loro funzionamento.

L’effetto negativo si crea quando i materiali che sono in contatto diretto o che subiscono la vibrazione degli altoparlanti si mettono a vibrare anche loro, creando un sottofondo di “voci” non volute e che “sporcano” il suono in modo non facilmente identificabile, infatti ce ne accorgiamo soltanto quando si applicano delle serie modalità lotta alle vibrazioni.

Non sono molte le aziende che si occupano seriamente di attenuare tale problema, infatti a livello pubblicitario si parla spesso di disaccoppiamento elastico degli altoparlanti ad esempio, ma la mia esperienza mi dice che tale tecnica per essere realmente efficace deve spostare la frequenza di risonanza dell’insieme oggetto più sistema di disaccoppiamento a frequenze molto basse, e ciò crea problemi che non è semplicissimo risolvere.

Di fatto le tecniche economiche e semplici non funzionano efficacemente, proprio per questo nei miei diffusori viene usato un sistema abbastanza complesso (come potete vedere dalle foto e dalle schede tecniche) che può scoraggiare qualcuno e sembrare esagerato ad altri ma vi assicuro che la tecnica che ho applicato è efficace e riduce di molto l’effetto deleterio almeno di alcune tipologie di vibrazioni.

Lotta alle vibrazioni

Un altro aspetto molto importante che è stato applicato nei diffusori è la lotta alle vibrazioni trasmesse dal woofer agli altri componenti soprattutto al tweeter, come già accennato nel paragrafo della filosofia progettuale.

Le vibrazioni tra gli altoparlanti di uno stesso sistema causa una grave distorsione di intermodulazione che viene troppo spesso sottovalutata dai costruttori perché per essere risolta efficacemente richiede degli interventi troppo impattanti sulla semplicità costruttiva a livello industriale e quindi sui costi.

Anche per questo ritengo che rivolgersi a piccoli costruttori artigianali consente agli appassionati di avere accesso a tecniche particolari ma molto efficaci ad un prezzo spesso concorrenziale.

Specialmente nel sistema Delirium sono state applicate a tale riguardo delle tecniche un po’ particolari ma efficaci basate sugli elastici, che consentono realmente di avere una pulizia di suono della gamma medio-alta di livello superiore che è facilmente intuibile anche soltanto toccando la flangia del tweeter con il diffusore in funzione, non si rileverà nessuna vibrazione.

Applicare tale tecnica non è stato facile, infatti è stato necessario realizzare dei supporti in alluminio di robustezza adeguata e che permettessero di raggiungere la frequenza di risonanza adeguata (per essere efficace) del sistema elastico.

Tale tecnica si è rivelata così valida che è stata applicata anche alla basetta del filtro cross-over e addirittura ai due componenti più critici, la bobina in serie al woofer ed il condensatore in serie al tweeter, rendendolo (insieme alle altre sue particolarità) come l’estremizzazione del diffusore a due vie.

L’altro diffusore Deep Harmony sfrutta l’esperienza fatta sul sistema Delirium ma applicata con modalità più semplici e meno estremizzate per contenere i costi, considerando che anche in altri aspetti tale sistema è più economico dell’altro.

Showroom

TECNICA DIFFUSORI

 

 

Perchè la compensazione dell'impedenza?

Come avrete notato tutti i diffusori proposti da Spera Experience sono ad impedenza compensata inseribile (come sul modello Deep Harmony) o fissa (come sul modello Delirium).

La scelta originale (vista la scarsità di diffusori commerciali che la usano) di applicare la compensazione dell’impedenza deriva da un semplice ragionamento comprovato da varie sperimentazioni e condiviso anche da altri esperti del settore.

Tra gli appassionati e anche tra gli operatori del settore audio si sente spesso dire che le amplificazioni valvolari hanno un suono caratterizzato da scarso smorzamento e scarso livello delle basse frequenze, da una bella gamma media ma in evidenza e da una gamma alta sottotono e un po’ leggera.

Siccome è mia abitudine approfondire gli argomenti che attirano la mia attenzione, sono andato a verificare la situazione, non solo dal lato della tecnica delle amplificazioni valvolari ma anche dal lato dell’interazioni tra l’ampli e il diffusore.

Le amplificazioni valvolari tanto amate dagli appassionati hanno degli evidenti limiti (almeno in teoria) dovuti alla tecnologia stessa, le più importanti sono : le valvole sono dispositivi che amplificano in tensione e quindi non adatte a pilotare carichi difficili ( leggi basse impedenze che richiedono alti valori di corrente erogata al diminuire del carico dato dal diffusore) e scarso smorzamento interno dovuto alla presenza del trasformatore di uscita che si traduce in scarso controllo del movimento del cono del woofer a bassa frequenza e nel fatto che la risposta in frequenza viene influenzata dalla curva dell’impedenza, ovvero se l’impedenza aumenta, aumenta proporzionalmente il livello della risposta.

Ho notato poi, leggendo anche le riviste del settore, che oramai quasi tutti i diffusori in commercio presentano un’impedenza di circa 4 ohm nominali, forse perché suonano un po’ più forte collegate agli ampli a transistor (che sono i più diffusi nelle categorie di prezzo basse e medie), ma ciò si traduce in un non felice accoppiamento con gli ampli a valvole per le motivazioni appena descritte.

Questa situazione è facilmente verificabile da chiunque andando a vedere le curve di carico limite pubblicate nelle prove tecniche delle riviste più serie da questo punto di vista, in cui si evidenzia lo sforzo dei progettisti dei valvolari per fare in modo che i loro amplificatori riescano a pilotare carichi che arrivano spesso a 3 ohm o meno.

Soltanto quelli più costosi o meglio progettati ci riescono, ma tutti per riuscirci cedono nella potenza erogata, ovvero per fare in modo che l’ampli non ceda pesantemente nel pilotaggio si rinuncia necessariamente alla potenza erogata.

In soldoni se avete un diffusore da 4 ohm nominali e comperate un valvolare da 25 Watts ad esempio, difficilmente ne otterrete più della metà e con l’ampli che lavorerà sempre vicino al suo limite di pilotaggio ovvero senza riserva dinamica.

Se invece si osserva la stessa curva di carico limite tra gli 8 e i 16 ohm ci si accorge che praticamente tutti i valvolari (anche quelli più economici) riescono quasi a raddoppiare la loro potenza passando da 16 a 8 ohm, ovvero su tali carichi non hanno problemi di dinamica.

Si obietterà che su 16 ohm gli ampli danno metà potenza nominale, ma vi assicuro per esperienza che è molto più appagante ascoltare ad un livello leggermente più basso ma senza limitazioni dinamiche che il contrario.

Il secondo aspetto forse ancora più importante è quello della compensazione di tale impedenza. A tale riguardo allego tre grafici da me realizzati sul diffusore Deep Harmony, in cui si evidenzia in maniera inequivocabile quale enorme sia la differenza di risposta in frequenza totale in ambiente.

Enorme è la differenza di risposta in frequenza totale in ambiente di tale diffusore collegato ad un ampli valvolare medio.

La curva più in alto del grafico 1 si riferisce all’impedenza non compensata (cioè quella del grafico2), quella più in basso all’impedenza compensata (cioè quella del grafico 3).

Come si può notare la differenza è molto marcata, e in molti punti tale differenza raggiunge i 5/6 decibel (ricordo che una differenza di 3 decibel è metà potenza) ovvero in quei punti è come se l’amplificatore erogasse quasi quattro volte più potenza, risulta perciò evidente che tale risultato non può essere considerato ad alta fedeltà, sono differenze troppo marcate che stravolgono completamente la timbrica del sistema e quindi sono secondo me inaccettabili. 

Grafico-1

Grafico 1

Enorme è la differenza di risposta in frequenza totale in ambiente di tale diffusore collegato ad un ampli valvolare medio.

La curva più in alto del grafico 1 si riferisce all’impedenza non compensata (cioè quella del grafico2), quella più in basso all’impedenza compensata (cioè quella del grafico 3).

Come si può notare la differenza è molto marcata, e in molti punti tale differenza raggiunge i 5/6 decibel (ricordo che una differenza di 3 decibel è metà potenza) ovvero in quei punti è come se l’amplificatore erogasse quasi quattro volte più potenza, risulta perciò evidente che tale risultato non può essere considerato ad alta fedeltà, sono differenze troppo marcate che stravolgono completamente la timbrica del sistema e quindi sono secondo me inaccettabili. 

Grafico-1

Grafico 1

Faccio notare che anche a bassa frequenza la compensazione del secondo picco dell’accordo reflex (quello più importante ed evidente) facilita il lavoro dell’amplificatore che si trova a gestire rotazioni di fase elettrica praticamente azzerate.

In altre parole il diffusore così ideato con impedenza alta (nel caso specifico circa 13 ohm) e compensata non andrà a stravolgere la timbrica del sistema ma permetterà all’ampli valvolare di non essere mai in difficoltà nel pilotaggio, di esprimere la sua timbrica con correttezza e di seguire le escursioni dinamiche della musica senza limitazioni se non il raggiungimento della sua potenza massima. 

Grafico-2

Grafico 2

Faccio notare che anche a bassa frequenza la compensazione del secondo picco dell’accordo reflex (quello più importante ed evidente) facilita il lavoro dell’amplificatore che si trova a gestire rotazioni di fase elettrica praticamente azzerate.

In altre parole il diffusore così ideato con impedenza alta (nel caso specifico circa 13 ohm) e compensata non andrà a stravolgere la timbrica del sistema ma permetterà all’ampli valvolare di non essere mai in difficoltà nel pilotaggio, di esprimere la sua timbrica con correttezza e di seguire le escursioni dinamiche della musica senza limitazioni se non il raggiungimento della sua potenza massima. 

Grafico-2

Grafico 2

Faccio notare che i diffusori di Spera Experience non sono nati espressamente per gli amplificatori valvolari ma per renderli facilmente pilotabili da qualsiasi amplificatore, ovvero che un sistema così assemblato non abbia problemi dinamici. Considero un diffusore difficilmente pilotabile un grave errore progettuale.

Questa caratteristica è stata poi verificata anche sulle amplificazioni a transistor, scoprendo che anch’esse (anche se in misura minore) beneficiano dell’alta impedenza compensata, specialmente quelle senza controreazione oggi tanto in voga, il cui fattore di smorzamento è minore di quelli contro reazionati.

Spera Experience - Logo
Grafico-3

Grafico 3

Faccio notare che i diffusori di Spera Experience non sono nati espressamente per gli amplificatori valvolari ma per renderli facilmente pilotabili da qualsiasi amplificatore, ovvero che un sistema così assemblato non abbia problemi dinamici. Considero un diffusore difficilmente pilotabile un grave errore progettuale.

Questa caratteristica è stata poi verificata anche sulle amplificazioni a transistor, scoprendo che anch’esse (anche se in misura minore) beneficiano dell’alta impedenza compensata, specialmente quelle senza controreazione oggi tanto in voga, il cui fattore di smorzamento è minore di quelli contro reazionati.

Grafico-3

Grafico 3

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Abbiamo uno showroom dedicato esclusivamente all’ascolto dei nostri prodotti dove siete i benvenuti e dove su appuntamento è anche possibile ascoltare il proprio amplificatore. Un ambiente trattato e controllato in cui ogni particolarità del suono sarà evidente, in modo da poter giudicare con cognizione di causa e rendersi conto della validità della nostra proposta.

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